Viaggio in Kosovo - Scrittori kosovari

Lo sviluppo della letteratura kosovara si ebbe dopo la seconda guerra mondiale. L'Università di Priština divenne il centro dell'attività artistica e culturale; l'entusiasmo creativo degli autori ne fece, e ne fa tuttora, un mondo culturale in continuo fermento. La poesia, in una prima fase, interpreta le aspirazioni della popolazione albanese del Kosovo. È una poesia ricca di tematiche sociali, attenta alla voce della storia e della tradizione, dove passato e presente sono inscindibili. Ricordiamo E. Mekuli, E. Gjerqeku, D. Mehmeti. Non mancano però poeti legati a esperienze intimistiche ed ermetiche, che compiono un incessante lavoro di ricerca sulla parola (M. Kërveshi; F. Gunga; A. Shkreli). Con la generazione successiva si ha un rinnovamento di contenuti che pone al centro l'uomo nel suo isolamento quotidiano. La poesia diviene così voce della coscienza e simbolo della sua fragilità. La prosa ha, nei contenuti, uno sviluppo analogo a quello della poesia. Gli scrittori della prima generazione, lavorano su tematiche sociali. L'apertura a nuove tematiche significa, per gli scrittori albanesi del Kosovo, una forte spinta verso l'astrazione, guidata dalla volontà di non smarrire i contatti con la realtà. Da qui l'attenzione, da parte di scrittori come I. Sulejmani e R. Kelmendi, ai piccoli fatti, ai piccoli personaggi e alla loro psicologia, con grande interesse per l'ambiente spesso triste in cui essi si muovono. 

Autore: Azem Shkreli

Titolo: Parole di pietra

Edito da: Stilo

 

Un atto di fede nei confronti della parola poetica: nata da un processo creativo estenuante e doloroso, la poesia, ‘sangue della penna’, è la sola forza in grado di infrangere il male, è verbo che si contrappone al silenzio dell’odio, è resistenza, restituzione di un equilibrio intellettuale e spirituale che ‘il fiore maligno’ disseminato fra la gente ha del tutto sconvolto. Shkreli indaga l’esperienza esistenziale, ne fa emergere l’essenza e la tragicità e le illustra con immagini di grande impatto. Il passato glorioso del suo popolo, interiorizzato e conservato, si intreccia con il presente in cui l’intellettuale ha una missione: rifiutarsi di tacere.